LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI

 

sacconi-maurizio

Maurizio già in posa papale.

Crozza:  sei omonimo, studia la sua gestualità

ONDA MERKEL (LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI) IN ITALIA: ACCORDO UNANIME. IN ITALIA PARE SI FARA’ CON ACCORDI AZIENDALI, ma con le risorse pubbliche della Cassa CIG  (anche la Merkel  “paga” lei il 5° giorno, sempre in ipotesi). 

Cosi si potrebbe contenere il milione di posti a rischio nell’industria (non si sa quanti nei servizi: 2  MILIONI? farebbe -1/7 dell’occupazione, quindi una settimana corta GENERALIZZATA  potrebbe riassorbire il calo di domanda di F-L), se  e solo se il governo sarà messo in corner, e costretto a fare A GENNAIO almeno un primo (di una lunga serie) STIMOLO FISCALE DI EMERGENZA (i soldi si trovano anche senza alzare il deficit: basta non fare come Tremonti in Finanziaria, che ha tagliato tutte le spese del 10%, senza dar caccia ne’ ad evasori  – OGGI  AD UN MAX STORICO – ne’ a sprechi). 

Noi pensiamo che con il cinico e digiuno di economia Tremonti al Tesoro, l’Italia sia fottuta: LA CRISI SARA’ TERRIBILE, UNA MACELLERIA SOCIALE, E DEGENERERA’ NEL SANGUE. L’abbiamo argomentato a josa. Ma i giochi sono aperti.

Con la  BOLLA SPECULATIVA “Merkel” scoppiata da 2 gg., e’ la prima volta che in Italia si prendono sul serio le politiche keynesiane, senza le quali l’Italia s’africanizza nella stag-deflazione.

Qualificano la loro adesione alla linea Merkel, lanciata in Italia da Sacconi ed il segr. CISL  Bonanni (Maurizio sorpassa con questa mossa rapida ed intelligente Brunetta, nei futures su chi sarà il prossimo Premier, rovinando all’improvviso mesi di paziente e duro lavoro di Renato):

– Epifani segr.  CGIL:

—- purche’  sia in un quadro di garanzie, che includa i precari. NB: i giovani precari sono 3 milioni in Italia, ossi ail 15% della forza lavoro, Da dati ISTAT eisulta che mezzo milione si siano precarizzati, sparendo del L regolare.

—- nessuna furbizia: non sia un alibi per non sostenere i consumi,

-Bombassei vice-P CONFINDUSTRIA:

—- dev’essere temporanea e  non può essere estesa a tutti (ndr: ma allora non funziona)

—-  accompagnata da altre misure (ossia la stessa condizione keynesiana di Epifani;  poi, come evidenziato dal nostro liveblogging di ieri, una loro richiesta specifica e’ la detassazione degli utili reinvestiti).

Con queste  importanti qualificazioni, tutto l’arco politico e sociale e’ d’accordo, OCCORRE PASSARE AI  FATTI. La Repubblica:  in un’azienda di Franciacorta, si fanno già 19 ore all’80% del salario.

Quanto alla corsa alla sua successione aperta ufficialmente ieri dal Cavaliere Minimo (trattato a pesci in faccia sul Presidenzialismo da TUTTI: OGGI E’ IL GIORNO DELLE UNANIMITA’ – pare la Svizzera), si può notare che se la giocano la pattuglia dei 3 ministri socialisti: il Cav. ha però parlato di giovani ministri escludendo Tremonti che gli fa ombra, ma farà presto una brutta fine – travolto dallo Tsunami Stag-deflazione. Restano i miei amici Maurizio e Renato, cresciuti nel PSI veneziano-trevigiano di Gianni De Michelis, ai miei tempi.

La Stampa

Settimana corta, l’apertura della Cgil

Epifani favorevole: «Ma no alle furbizie» Sacconi: distribuire su più persone il minore carico di lavoro

ROMA

Lavorare meno, lavorare tutti: la proposta della settimana corta e dei contratti di solidarietà lanciata dal ministro del Welfare incontra il favore di sindacati e imprese. Seppur con qualche distinguo e precisazione sulle modalità di applicazione degli strumenti di solidarietà indicati da Maurizio Sacconi, le parti si dichiarano disponibili a un confronto con il Governo su tutte le forme di tutela dell’occupazione in questa fase di crisi economica.

Il piano prevede la possibilità di andare in cassa integrazione per una parte della settimana e lavorare per la parte restante, secondo un principio di rotazione della Cig che consente di spalmare un minor carico di lavoro su più persone, a differenza di quella a zero ore e di quella ordinaria. Dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani, arriva un sì a patto che settimana corta e contratti di solidarietà «siano inseriti in un quadro di tutele che evitino il distacco dei lavoratori dai posti di lavoro, non escludano i lavoratori precari e non costituiscano una furbizia per evitare al soggetto pubblico di investire tutte le risorse necessarie».