Terroristi Millennial a Mumbai 11\26: s’incammina il millennio

BREAKING NEWS. Confermando tutta la nostra analisi di questi giorni, sviluppata  in questo post, si e’ saputo ora che il terrorista sopravvissuto ha confessato di appartenere a LeT.

Un servizio di intelligence esclusivo di deeprecession, analizzando e reinterpretando le fonti più autorevoli.

Ed un appello accorato: Obama, FAI QUALCOSA DI PACIFICO in Israele\Palestina entro il 2009! Pleeeease!

“Eliminare le ingiustizie, risolvere il problema palestinese, appoggiare gli islamici moderati, chiudere i campi in Pakistan, smetterla con l’ipocrisia: chi vince lobere elezioni va al governo anche se non piace all’Occidente” (G.D. Roberts).

Sorry, but: la nostra intelligence batte ai punti sia il Times che il NY Times, a questo giro. Ormai i blog battono i media che non ci tengono più testa. Solo qui l’analisi aggiornata,  basata su fatti e  già le prime conclusioni, ovviamente rivedibili. Ci sono 178 gruppi terroristi in India.

Hanno fatto  – nella nostra colpevole disattenzione: adesso sul web le fonti ci sono – 3236 vittime nel 2005, 2765 nel 2006 (fonte: SADR), 2300 vittime nel 2007 (fonte: US State Dept., rapporto annuale sul Terrorismo di aprile) ed altre migliaia nel 2008 (paradosso: il trend e’ stato decrescente, ma pensiamo di no quest’anno). Noi non ci lasciamo confondere le idee dalle loro complicate galassie e strategiche cortine fumogene, non siamo mica scemi.

Si sa benissimo e da giorni (a combattimenti ancora in corso): non chi sono, con tutti quei nomi e documenti falsi fabbricati pare in Bangladesh (da cui l’accesso in India via South Bengala e’ più facile), ma:

– cosa vogliono e come ragionano: da nazi-islamisti quali sono;

– da dove sono venuti i 10\20 di Mumbai: in nave da una spiaggia alla periferia di Karachi;

– chi li ha armati, finanziati, fornisce logistica e  retroterra: l’ISI, il servizio segreto Paki; non solo sue frange e 007 in pensione (questa noi non ce la beviamo: si veda satp.org);

– chi li ha addestrati, reclutati e spediti: Lashkar-e-Toiba ALIAS Jama’at-ud-Da’awa, “l’armata dei puri”. Il loro fondatore e padre padrone Hafiz Muhammad Saeed.

L’ha dichiarato il 10° (o 20°?), tutti l’hanno pubblicato e Crozzianamente NON CAPIAMO LA RELAZIONE. Perche’ nessun media (forse qualche blog, di sicuro il nostro) non la fa, la relazione?

2 misteri ed 1 nostro scoop investigativo:

1)  in 10 giovinastri, tengono in scacco una delle top 10 world cities per 60 ore. A tattiche e strategie cangianti del nemico Jihadista, possibile che le grandi democrazie debbano così spesso offrire il fianco? Premio “scuola di elite”  ai corsi militari di Lashkani!  Purtroppo  pare che a New Delhi stiano pensando di chiudere i negoziati di pace con Islamabad per il Kashmir, cosi ‘sti stronzi gliela danno vinta ai terroristi di LeT. Solo un deficiente può agire così, senza essere al loro servizio !!!

2) Qui  sveliamo solo il 2° e minore, ma rivelatore mistero: quello  dei braccialetti arancione indù portati dai terroristi nazi-islamisti usciti da quelle scuole militari (un esclusivo scoop di deeprecession); questo dettaglio minore della agghacciante aggressione alla Mumbai della speranza, non e’ affatto casuale. Rientra nel solito meccanismo in cui l’ISI infiltra terroristi in India, e l’India non vede l’ora di poter dire che vengano tutti da fuori. Stavolta, come dimostreremo sotto, i nazisti di LeT volevano passare da terroristi indu – e proprio nelle decisive prime ore e notizie,  la loro confusione i braccialetti indù l’hanno fatta.

Cominicia infatti ad esser chiaro che le forze sovversive jihadiste, da decenni coordinate sotto la regia dell’ISI Pakistano, il servizio segreto non ancora in pieno, effettuale  controllo da parte del nuovo Gen., che gode di buona reputazione ma e’ in carica a capo dell’ISI solo da settembre 2008, puntano a:

a) influire sulla campagna elettorale indiana, per farla perdere al Partito del Congresso;

b) rompere SUBITO E – se possibile –  DEFINITIVAMENTE  il raro, nuovo clima pacifico India-Pakistan, che stava per instaurarsi dopo la svolta demcratica ad Islamabad – seguita allo sciagurato delitto politico del dicembre 2007.

c) SONO NAZISTI – volevano come primo obiettivo  una carneficina di Israeliani a Narinam Point  – un luogo storico, un punto di snodo di rapporti millenarii, dove il giovane israeliano, dopo la naja, passa per fare il pellegrinaggio in India, alla fonte originale stessa dell’anima orientale della nostra cultura greco-giudaico-illuminista (Αθήνα – Atene, Jerusalem e Paris). 

Noi non siamo mai stati d’accordo col Presidente Bush sul “fascismo islamico”, IN QUANTO SI TRATTA  PALESEMENTE DI NAZISMO  (e non di fascismo) –  da decenni esteso, penetrato a piccole dosi e TOLLERATO in  vasti settori non estremisti; venendo a costituire un preciso “collante”  di omertà tra  gli Islam estremisti  e molti tra quelli  moderati (con le debite eccezioni, s’intende); il che rende, finche’ dura  L’EQUIVOCO SULLA QUESTONE EBRAICA,  poco isolabile e tagliabile l’ala estremista (a noi risulta che arrivino FINANZIAMENTI DALL’ARABIA SAUDITA agli stragisti di LeT, ad esempio, e per dire le cose come stanno).

Peccato che quasi tutta (al 90%?) la sinistra BUONISTA occidentale  faccia le 3 scimmiette su questo FENOMENO COSI’ EVIDENTE, ALLA LUCE DEL SOLE: come se  (AS IF) della Questione Ebraica se ne dovessero occupare i giudii, il 20° secolo fosse ormai acqua passata, e l’unico dovere del riformista buonista fosse difendere SOLO i sacrosanti, calpestati diritti e legittimi interessi Palestinesi. Cagandosi sotto le braghe, se l’Islam cattivo ci attacca:  sottoscriviamo il nocciolo delll’editoriale CorSera di sabato 29 u.s., a firma Galli della Loggia (L’Europa degli indecisi). Peccato che continui a tergiversare sui neo-con.

E se qualcuno avesse ancora dubbi, si legga  qualche appello recente di Saeed, il comandante supremo dell’assalto a Mumbai, quando invita (in  squallide, mortifere  pagliacciate propagandistiche, FINGENDO D’INTERESSARSI ALLE GENTI DEL KASHMIR, e di considerarlo un interlocutore) il nuovo Premier Pakistano a … riprendere la guerra contro l’India in Kashmir! Proprio là dove i suoi banditi hanno le basi guerrigliere, guarda caso.

Sia chiaro: a Saeed  unjepoffregaddemeno del nazionalismo Kashmir nel quale guazza come brodo di coltura: se non altro perche’  ideologicamente e’  Islam – internazionalista; inoltre, per questo satanasso il Kashmir e’ giusto un cinico, ottimo terreno dove piantare un cuneo nazista tra Islam e Pakistan-  c’e’ pure la Cina, in quel terreno d’incontro di 3 civiltà,  punto di accesso alla Via della Seta, sui cui passi  camminarono, affaticati ma sereni, i primi monaci buddisti diretti in Cina:  E.F. Knight (1993), Where Three Empires Meet, New Delhi-Madras: Asian Educational Services (ediz. orig. 1905); .

La storia di LeT, ben nota  nei dettagli pur in versioni differenziate, la vede nascere  a Lahore nel 1985 (fonte: loro stessi),  ed entrare  in Kashmir solo- credo –  attorno al 1993; secondo il DB del SATP, il primo massacro lo farebbero nel gennaio 1996, ma divengono “pesci nell’acqua” nell’indipendentismo mussulmano kashmiro, e partono con massacri e suicidi a ritmo regolare SOLO NEL 2001 (fonte: satp.com), ossia solo 16 anni dopo la loro fondazione come organizzazione paki NEO-NAZISTA INTERNAZIONALISTA, a fini globali anti-civiltà.

In una Conferenza del maggio 2006 dell’Institute for Conflict Management di New Delhi si affermava, al punto 3 della relazione di apertura del prof. Ajai Sahni:

The murder of innocents cannot be justified by any cause, but even within the context of the conflict within the Valley, there is no reason to believe that the terrorists and their backers are in any measure impelled or motivated by their concerns for the rights and aspirations of the people of J&K. It is useful to remind ourselves that Kashmiri Muslims, whose cause the terrorists claim to be fighting for, are the principal civilian casualties of terrorism in Jammu & Kashmir and account for as much as 85 per cent of the civilian victims of terrorism in the State.

A questa lettura DALLA NOSTRA PARTE (un ente di ricerca dell’India civile e democratica), si opponga un editoriale tra i tanti, sul sito degli STRAGISTI DI MUMBAI – un testo, e tutto un sito che parlano da soli, basta decodificarlo dal fumo propagandistico; ad es.: 

Negotiations with India must be called off

31-Jul-2008, 27th Rajab, 1429

Stavolta sbaglia analisi ed “intelligence” il Times, ed ha ragione il NYT; sbaglia il Times a vedere al Qaeda direttamente in azione a Mumbai; a ben vedere le cose, nemmeno indirettamente.

Lashkar-e-Toiba (LeT), una delle leader della galassia paki-nazista (con JeM, HuM, ed in Bangladesh HuJI), ha sempre avuto buoni rapporti con Qaeda. Il problema e’ che la CIA prevede Qaeda in traiettoria di declino, ed a MT emergerà – dalla competizione in corso – il suo erede. Se, come tutto lascia credere sinora, LeT ha fatto lei l’11 settembre indiano, lancia così la sua candidatura a questa guerra di successione che si trascinerà nei prossimi anni. E questo fine di competizione SUL FRONTE INTERNO sarebbe allora la sua vera Mission nazi-aziendale a Mumbai; in tal caso colpirà ancora da qualche parte e non solo in India, per capitalizzare il “successo” (sic) oltre ogni  aspettativa. E sfida in campo aperto il nuovo governo di Islamabad, che

– assiste impotente a tutto ciò: ha la forza di smantellare LeT? Se  non lo fa oggi stesso, prima di Natale, quando mai? Le prove ci sono tutte, abbondanti.

– Non ha la più pallida idea di cosa bolla in pentola dei “suoi” (sic) servizi segreti. Speriamo sia così, sennò sarebbe peggio.

– Fa promesse di Pantalone a New Delhi: se ci sono complicità, … 

– Occorrerebbe fare qualcosa in Pakistan, aiutare il faticoso processo laico e democratico uscito dalle urne elettorali: si veda lì, nei territori tribali sede dei tranquilli,  indisturbati HQs di al Qaeda (mai stati un target dei neo-con, i neo-coglioni compagni di strada del Presidente Bush – mai stato uno di loro, lui: da vedere  il film W di Oliver Stone),  la situazione che emerge dal bollettino dell’Institute for Conflict Management di New Delhi: 

“The Pakistani state has continually negotiated with the Taliban in NWFP (North West Frontier Province), generally through jirgas. However, the dialogue has failed time and again. Temporary cease-fires have, in fact, allowed the Taliban-al Qaeda combine to regroup and rearm, while the state capacity has gradually diminished in the region.” (ultimo bollettino settimanale SAIR del 24 novembre, assessment 2: Pakistan. Kanchan Lakshman: Pakistan: Failing Frontier).

Qualcosa lì andava fatto sin dal 2001, invece di destabilizzare un dittatore tra i tanti,  baluardo sia contro l’Iran che contro la Jihad internazionale, come Saddam Hussein. Senza inutili deliri cospirativi, ma guardando ai fatti, osserviamo che:

Mai, dopo l’accordo Hitler-Stalin, con un impatto globale così catastrofico nella storia contemporanea, gli opposti estremismi (in questo caso neo-coglioni e neo-nazisti) sono andati a braccetto  – come in questi PAZZI, IRRESPONSABILI 7 ANNI CHE DIVIDONO TRA LORO I DUE 09\11, quello di Lower Manhattan e quello di Mumbai, i 2 fari della unica civiltà umana mondiale, d’occidente e d’oriente.

Un ottimo piano d’azione per una coalizione UN di buona volontà, alternativa alle pessime volontà del Pres. Bush,  lo dà una leggenda vivente,  come lo scrittore Aussie ex-.talebano gregory David Roberts (autobiografico in Shanataram, prossimamene sugli schermi). Non ci crederete, ma lui la mattina PRIMA dell’attentato stava seduto al “suo” bar di Mumbai (“LA CITTA’ DELLA TENEREZZA”), che la notte sarebbe stato attaccato; poi prese un aereo per l’Australia. RIsponde al CorSera:

“Eliminare le ingiustizie, risolvere il problema palestinese, appoggiare gli islamici moderati, chiudere i campi in Pakistan, smetterla con l’ipocrisia: chi vince lobere elezioni va al governo anche se non piace all’Occidente”.

 

INFINE, SU QUESTO POST:

2 sezioni di documentazione,  tra i migliori testi usciti “a caldo” nel mondo:

1. Loretta Napoleoni, la principale specialista al mondo di economia del terrorismo, interviene il 28 novembre  – L’Unità – sull’attacco terroristico, ancora in corso dopo 2 giorni a Mumbai. La sua considerazione sulla sicurezza negli hotel e’ condivisa dalla stampa indiana: Hotels pay the price for being ‘friendly’; set for change.

2. In una straordinaria ricostruzione degli eventi pre-attacco (non sappiamo quanto fondata, ma la fonte e’ serissima: Economic Times ossia l’ equivalente del “sole 24 ore”, il primo quotidiano economico del sub-continente), che riportiamo dopo Loretta, l’aggueritissimo esercito di teenager apparterebbe (era solo una ipotesi sinora) alla nota  Lashkar-e-Toiba.  (NdR: nei giorni seguenti si  e’ capito che Times of India ed altri media collegati, hanno avuto accesso realtime alle confessioni del terrorista sopravvissuto).

LeT: 12 anni di terrore in India. Il capo,  Hafiz Maometto Saeed, e’ leggendario per i suoi travestimenti. Questo il loro sito ufficiale: http://www.jamatdawah.org/

ORA, PROPRIO STUDIANDO IL LORO SITO ABBIAMO RICOSTRUITO il giallo dei braccialetti arancione indù portati dai guerrigileri urbani a Mumbai. Fa parte della loro tattica militare di contro-informazione; infatti il  padre-padrone di LeT  “San” Hafiz, dalla centrale di Lahore lancia messaggi fuorvianti, che a Mumbai si tratti di un attacco indù in risposta a supposte torture. Pare strano che il grande capo maomettano si sia dimenticato di aver a lungo addestrato, ed appena  mandato i suoi enfants terribles  a Mumbai. L’organizzazione nazi-islamica pakistana LeT punta il dito sulla principale fonte del terrorismo indu, Shiv Sena, per nascondere la propria mano assassina.

Ora, si sa benissimo che la prima fonte di addestramento militare, finanziamento e risorse di LeT e’ l’ISI; il famigerato servizio segreto “talebano” del Pakistan, coccolato dalla CIA a fini anti-russi e … anti-talebani (?!?).

Anche se i terroristi di Mumbai fossero dei cani sciolti (panzana poco credibile) della Galassia paki-jihadista che si estende  al Bangladesh, il sopravvissuto ha già dichiarato di essersi addestrato nelle scuole militari di LeT in Pakistan: dove LeT sarebbe illegale (fu messa al bando dal Gen. Musharraf), ma ha 200 acri di HQs presso Lahore e qualche migliaio di sedi decentrate per le sue attività molteplici, sia armate (opera con i suoi Feddayn suicidi in Kashmir, che sono di 2 tipi: i volontari sani, ed i malati gravi o terminali), che formative e di infiltrazione nella società civile  (approfitta di ogni catastrofe naturale per presentare il suo volto pacifico – sotto la label JuD,  e far proseliti).

Da ToI (Times  of India)  del 30 novembre:

NEW DELHI: In the fresh leads from the Mumbai terror attack investigation, Intelligence sources say they intercepted conversation between Muzammil, Muzaffarabad chief of LeT operations, and a certain Yahya in Bangladesh.

Yahya arranged SIM cards, fake ID-cards primarily from western countries like Mauritius, UK, US, Australia. A Mauritian identity card was found on one of the terrorists shot down.

The satellite phone found on the MV Kuber (ndr: il peschereccio usato per sbarcare clandestinamente a Mumbai, di cui parliamo sotto, nell’inserto 2 di questo blog) also has shown that calls were made to Jalalabad. These calls were traced to Zakir Ur Rehman, a chief of training of the LeT. 

Dopo le elezioni di Obama –  in risposta certamente  casuale e non voluta (osservatori superficiali hanno scritto il contrario, ma l’assalto a Mumbai fu deciso e pianificato  6 mesi fa, a primarie US ancora in corso), e’ la seconda volta che la Generazione Millennal scende in campo. Il millennio sta iniziando il suo lunghissimo cammino, chissà come si vedranno questi eventi nel 3000. Chi pensava che il problema fosse il bullismo, si ricreda.

Proprio per l’età (20-29) dei suoi protagonisti (se ne veda la letttura di Loretta), dopo l’11 settembre indiano, il 26 novembre 2008 di Mumbai, possiamo davvero  dire che la nave va, il Millennio sia iniziato. Non e’ stato uno scoppio di champagne, ma di granate ed AK.

Questi di LeT   sono più ambiziosi di Qaeda: vogliono “plant the ‘flag of Islam’ in Washington, Tel Aviv and New Delhi.”

La loro bandiera nazi-mussulmana, sappiamo bene dove ficcarla: nella tradizione impalatrice del conte Drakan di Transilvania.

1. Ecco il paradigma di lettura dei fatti centrato sulla Millennial Generation:

Miscela esplosiva

di Loretta Napoleoni

Gli americani mangiano il tacchino nel giorno del Ringraziamento incollati ai teleschermi dove la Cnn manda in onda le immagini agghiaccianti dell’attacco terrorista a Mumbai. Ironia della sorte vuole che la presidenza di George W. Bush si chiuda con il sangue che scorre lungo le strade di uno dei centri finanziari del villaggio globale, con una tragedia, insomma, proprio come era iniziata. Ma le similitudini con l’11 settembre sono poche altre: attacchi simultanei, ben coordinati e nulla più.

Il misterioso gruppo che si fa chiamareMujahedeen Deccan è infatti profondamente diverso dai «martiri di al Qaeda» che hanno terrorizzato il mondo negli ultimi anni. Composto da giovanissimi il commando non ha nessuna intenzione di finire in mille pezzi, al contrario i semi-adolescenti che intravediamo sui teleschermi imbracciano il fucile o lanciano bombe contro le forze dell’ordine. Anche gli obiettivi esulano da quelli tanto cari alla vecchia guardia di Al Qaeda e cio è mezzi di trasporto da utilizzare come bombe. Si tratta di bersagli difficili da gestire proprio perché la missione non è suicida ma da scontro armato. La dinamica da commando ricorda invece l’attacco di Monaco, durante i giochi olimpici degli anni ‘70. E la presenza degli ostaggi, accessori scomodi per chi vuole distruggere ma importantissimi per chi intende fare propaganda, sembra avvallare questo paragone. Ci troviamo di fronte ad una fusione tra terrorismo vecchio e nuovo, una miscela molto esplosiva.

Il cambio della tecnica, che abbandonato il martirio torna a essere di guerriglia, ha preso tutti, inclusa la sicurezza indiana, in contropiede. Questo è il primo errore dell’anti-terrorismo: credere che ci sia una modalità unica o dei modelli prefissati, che insomma esista un manuale delle tattiche terroriste. Il terrorismo è asimmetrico e chi fa uso di questa tattica ingigantisce la propria forza terrorizzando la gente, queste le uniche generalizzazioni possibili. E infatti un commando di alcune decine di ragazzi tiene sotto scacco una città di 20 milioni di abitanti con una forza di polizia che conta più di 40 mila unità. Ecco un esempio di guerra asimmetrica. Per paralizzare questa megalopoli è bastato colpire due alberghi a cinque stelle frequentati dagli occidentali e dalle elite indiane, un ristorante alla moda, una stazione pullulante di gente e un ospedale nel cuore finanziario della città, tutti simboli dell’India moderna, economia emergente che fa parte del nuovo club dei potenti, il G20.
Prendere il nemico di sorpresa, scriveva Sun Zu, il grande stratega cinese, è vincere metà della battaglia. 
A Mumbai più che di sorpresa bisognerebbe parlare di sbigottimento. Le autorità sono rimaste letteralmente attonite e con loro il resto del mondo. Ma se il secondo conosce poco la realtà conflittuale indiana e quindi guarda ai tragici eventi di Mumbai come un fenomeno nuovo, il primo sa benissimo che da dodici mesi a questa parte l’attività terroristica in India è aumentata esponenzialmente. Una miriade di gruppi nuovi, tra cui anche alcuni di matrice Hindu, dilania Paese.

La «Milizia Islamica»
, quello più agguerrito, compare un anno fa quando lancia una serie di esplosioni nell’Uttar Pradesh. A maggio rivendica le esplosioni a Jaipur, il motivo: l’appoggio indiano a Washington. Il messaggio arriva accompagnato da una minaccia: colpiremo i centri turistici del Paese. A luglio il gruppo torna alla ribalta con un attacco contro la città di Ahmedabad, dove muoiono 45 persone, ed a settembre colpiscono a Nuova Delhi lasciando 20 cadaveri sul selciato.
Un altro gruppo che si fa chiamare «Forze di sicurezza islamiche» indiane uccide 80 persone nella città di Assam appena un mese fa. La lista non si esaurisce qui, ma bastano questi attentati per illustrare il dilagare della violenza politica in India. Il mondo se ne è accorto solo ora perché tra i morti e gli ostaggi ci sono stranieri, occidentali, gente che a Mumbai fa affari o è in vacanza. Fino quando a morire erano gli indiani la notizia non arrivava sui nostri quotidiani, figuriamoci al pranzo del giorno del Ringraziamento americano.
Separare l’occidente dall’oriente,come facevamo anni fa, è sbagliato. Se l’occidente avesse prestato attenzione a cosa succedeva nel subcontinente indiano forse la sicurezza ai due alberghi di Mumbai sarebbe stata migliore. In nessun Paese dove l’attività terrorista è cosi frequente ci si può permettere di lasciare che la gente entri ed esca dalle hall degli alberghi senza essere controllata. Che senso ha togliermi le scarpe a Fiumicino prima di imbarcarmi su un volo per Mumbai quando chiunque può arrivare al mio tavolo e puntarmi una pistola addosso mentre faccio colazione in uno degli alberghi più costosi del mondo? Gli ostaggi italiani sicuramente si stanno ponendo questa scomoda domanda.
Separare l’oriente dall’occidente è anche sbagliato. Pensare che la violenza indiana e pachistana possa essere contenuta all’interno dei confini nazionali, che sia una faccenda nazionale, che quindi esuli dalla politica estera dei due paesi, riduttivo e pericoloso. Un legame tra la partecipazione indiana al G20 due settimane fa e l’attacco di Mumbai esiste, anche se nessuno ha ancora collegato i due eventi. I ragazzi del commando di Mumbai selezionano gli ostaggi, o almeno cercano di farlo nei limiti del possibile date le circostanze; vogliono americani e inglesi,non gli interessano le altre nazionalità anche se qualche sfortunato nostro connazionale finisce tra gli ostaggi. Il messaggio questa volta è al mondo, non all’India.
Si vuole punire la classe politica per essere entrata nel club dei potenti, i nemici lontani, nella dizione della vecchia al Qaeda. 
La gravità dell’attacco sta nel lessico politico, che per la prima volta dall’11 settembre torna alla ribalta, perché non più oscurato dal martirio dei terroristi o divulgato da vecchie icone. I ragazzi sono giovani ma manipolano i media,come solo i giovani sanno fare.
L’attacco parte poche ore prima delle celebrazioni del giorno del Ringraziamento negli Usa, la festa più importante, quando il personale delle agenzie stampa è ridotto all’osso e l’America si prepara aun fine settimana godereccio davanti alla tv che trasmette le più importati partite di football dell’anno. L’impatto mediatico è massimo, l’analisi minima.

Si sceglie Mumbai
, teatro di decine di attacchi negli ultimi anni, ma anche cuore del movimento indipendentista. È a Mumbai che nel 1942 il Mahatma Gandhi firma la dichiarazione «andatevene dall’India» contro gli inglesi. Città storica e allo stesso tempo simbolo dell’India del G20. Bollywood, la celeberrima industria del cinema indiana ha sede a Mumbai, anche la Banca Nazionale Indiana è a Mumbai. Questa è una megalopoli che ospita 6.500 industrie, quattro piazze affari dove tutte le contraddizioni della moderna India sono visibili. I quartieri dove vivono i poveri, i mendicanti, gli storpi confinano con quelli dei ricchi, dove la borghesia nascente indiana vive nell’agio che un tempo solo gli inglesi potevano permettersi. Questo fine novembre gli americani hanno poco da ringraziare. La tragedia di Mumbai ha messo a nudo l’ennesimo fallimento delle promesse di Bush:
rendere il nostro mondo più sicuro.

indiatimes
un articolo straordinario, incredibile per la sua tempestività, ma CREDIBILISSIMO (vedi sopra).
Anche l’elenco dei 10 nomi e’ quello fatto dal sopravvissuto alla polizia di Mumbai, come tutto il resto.

2. SULLE NAVI DA KARACHI verso Mumbai: “e ricordatevi, IL TARGET SONO I BIANCHI”

 

59-hour siege of old Taj hotel ends; Terrorist killed | Fire breaks out at Taj

Target whites, Lashkar told its 10 commandos

29 Nov 2008, 0713 hrs IST, TNN
NEW DELHI: THE Lashkar-e-Toiba attackers had an adventurous sea journey before reaching their port of terror destinations in Mumbai. Around 10 terrorists , all Pakistanis, unarmed, left for Mumbai on November 21 from an isolated beach in Karachi. Their names: Abu Ali, Fahad, Omar, Shohaib, Umer, Abu Akasha, Ajmal (the sole terrorist detained by the Mumbai police), Ismail, Abdul Rehman alias Bada and Abdul Rehman alias Chhota. The 10 jihadis travelled some nautical miles before they reached a mid-sea Pakistan vessel on November 22. They left their boat and shifted to the Pakistani vessel — which was already loaded with arms and ammunition to be used for the Mumbai strikes. Once on board, they strapped themselves for action with the terror hardware. Of course, careful not to be intercepted by marine commandos or coast guards, the haversack-wielding terrorists hijacked an Indian fishing trawler, M V Kuber, once they entered the Indian waters on November 23. They gunned down four of the five persons aboard M V Kuber, registered in Porbandar, Gujarat, and disposed their bodies before proceeding with their sea journey through Indian waters.         

After travelling with the sole surviving member, Amarjeet, of the M V Kuber crew, they bumped him off closer to Mumbai. The body was later found on an abandoned M V Kuber some 5 nautical miles off the Mumbai coast. 

The terrorists, after abandoning the fishing trawler belonging to Porbandar fisherman Vinod Masani, took a smaller boat and landed at Badhwar near Cuffe Parade on Wednesday and from there split in five different groups and headed for their respective terror destinations. While 2 of them, Akmal and Ismail, went to Chhatrapati Shivaji Terminus, 2 each made their way to Leopold Cafe, Nariman House and Trident-Oberoi . The remaining 4 headed for Taj. 

All the 10 jihadis were well-versed in commando operations, as was evident in the sustained fight that they put up against the security forces. Their brief from their handlers in Pakistan was simple : Target Whites. The commandos were fully aware of the layout of each of the attack sites and used it to their advantage in the guerrilla warfare that followed at Taj, Nariman House and Trident-Oberoi. 

The security forces battling LeT terrorists late into Friday night had expected the operation to be over by noon. The fact that Operation Black Tornado continued late into the night gave enough indication of the huge cache of ammunition that the terrorists had carried along. 

COMUNQUE, al di là della sorpresa attonita di cui parla Loretta, che in 10 (o 20 ?) tengano in scacco una delle top world cities per 60 ore … non ce la raccontano giusta. Solo un cumulo di errori, un ventre molle dell’elefante, baluardo di democrazia e tolleranza  in Asia? Se e’ così, un’intera classe dirigente pur di alto profilo (sia Congress che opposizione nazionalista), deve rimettersi in discussione e cambiar rotta da domattina. La campagna elettorale sarà INFUOCATA.